Ogni qual volta accadono eventi tragici come quelli del duplice omicidio stradale di Vittoria, tanti sui social pensano che la punizione più giusta per chi commette tali crimini efferati sia la morte.
In realtà, non è così e non lo sostengo in nome del fatto che lo Stato non può togliere ciò che non dà (la vita) ma perché la pena capitale è pur sempre una misura troppo blanda per chi, come Rosario Greco, con il suo comportamento criminale e irresponsabile, ha causato la fine della vita dei due cugini, Alessio e Simone D’Antonio.
Infatti, non ci sarebbe punizione più grave dell’ergastolo. Quello lì dovrebbe passare tutto il resto della sua esistenza in galera e senza la possibilità di usufruire di passatempi ed eventi di socializzazione, formazione e inclusione. Non solo perché il 35enne è un pericolo per la società ma anche perché deve essere lasciato ‘libero’ di essere tormentato da ciò che ha fatto fino a quando il suo cuore non smetterà di battere.
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