George Floyd è stato torturato per 8 minuti e 46 secondi. Le immagini, che hanno fatto il giro del mondo, non raccontano altra verità che questa. E non importa il motivo per cui era stato fermato da quei ex poliziotti. Si è trattato di un crimine a sfondo razzista per cui l’auspicio è che ci sia una condanna esemplare, la pena massima per l’omicidio di secondo grado e per il concorso, ovvero 40 anni. Certo, io sarei per l’ergastolo ma l’accusa è quella e, almeno, la speranza è che, quando ci sarà il processo, si arrivi al massimo della pena.
Premesso ciò, in relazione al caso in sé, quanto sta succedendo negli Stati Uniti d’America dal 25 maggio è di non facile comprensione per chi non conosce la situazione sociale che c’è lì. O meglio, per un italiano è difficile immedesimarsi in chi va in strada e protesta in nome dello slogan: «Non c’è pace senza giustizia».
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